lunedì 28 luglio 2014

M29 – Torre di raffreddamento

Dopo un tentativo raffazzonato di inquadrare Saturno ad uso pargoli, mi becco questo bell'ammassetto subito sotto Sadr, in mezzo al Cigno. È proprio bellino, con le stelle messe a formare come due parentesi affiancate, a creare la tipica forma di una torre di raffreddamento da centrale elettrica (che è poi un paraboloide di rotazione). Mi è piaciuto in particolare il suo aspetto grafico, lineare, con anche una linea di tre stelline che sembravano puntare ad infilarsi fra le due parentesi.

La distanza è poco chiara, perché c’è un sacco di polvere in mezzo, per cui si parla di qualcosa fra 7200 e 4000 anni luce. In termini di antico Egitto, significa un periodo che va dal Predinastico all'Antico Regno. Chissà quale Faraone c’era quando la luce che ho visto è partita.



venerdì 25 luglio 2014

M92

In una serata umida, prima che subentrino delle nuvole basse, becco anche questo ammasso globulare a completare la ricognizione della costellazione di Ercole, in queste sere praticamente allo zenit. L’ho trovato facilmente, il che mi ha dato quella soddisfazione – probabilmente illusoria – che ottieni solo quando ti rendi conto di “saper fare” qualcosa. Pianificazione dell’osservazione con le carte stellari, allineamento dello strumento con la polare, ricerca empirica di π Herculis usata come punto di riferimento, salita in declinazione fino al bersaglio: semplice.
Lui è un bel globulare, magari non cicciuto come M13 ma comunque notevole. Pare sia uno dei globulari più vecchi, qualcosa come 13 miliardi di anni. Complimenti, vecchio fossile.


Quando la luce che ho visto è partita, si era ancora in piena glaciazione, e Mammut e Tigri dai denti a sciabola vagavano per le pianure ghiacciate.


lunedì 21 luglio 2014

S Cephei, reprise

A quasi un anno dalla prima osservazione, riprovo a beccare S Cephei, la vecchia gigante rossa che il mio libro definiva come "forse la stella più rossa in cielo" e "relativamente difficile da osservare". In effetti fatico non poco a ritrovarla, ma quando finalmente la inquadro è un bel puntino rosso intenso, una differenza enorme rispetto a quello che osservai l'anno scorso, talmente scuro che quasi si confondeva col nero dello spazio.

È una variabile tipo Mira, con un escursione in magnitudine molto accentuata e un periodo di più di un anno. Pare che oltre all'effetto delle polveri carboniose, che si accumulano e la oscurano prima di essere periodicamente spazzate via, sia all'opera qui una vera e propria pulsazione, con la stella che fisicamente si espande e si contrae, quasi si contorcesse negli ultimi istanti d'agonia prima di diventare una nana bianca.

È il mio primo impatto con una stella variabile, direttamente percepita nella sua variabilità. Ne sono felice, che mi conferma l'immagine di un cosmo tutt'altro che statico, in cui succedono continuamente un sacco di cose e tutto è in movimento. Vista da qui è una specie di bit cosmico, 0 e 1, accesa e spenta. Mi chiedo oziosamente se qualcuno fin qui abbia mai pensato di usare una stella variabile come base di un codice binario. In effetti, sarebbe interessante.




lunedì 7 luglio 2014

M3

In uno spazio di cielo apparentemente vuoto, becco quest’altro ammasso globulare col nome di una BMW, fra le costellazioni dei Cani da Caccia (a cui formalmente appartiene), Boote e Chioma di Berenice. È ancora una nuvoletta bianca, meno definita e cicciosa di M13, comunque un bel batuffoletto. Leggo che in questo fossile vivente è stata trovata la prima delle cosiddette “Vagabonde blu”, così chiamate perché giovanissime e brillanti in mezzo a vecchie stelle in via di esaurimento. Mi pare un nome fighissimo.

Quando la luce è partita, i primi uomini stavano lasciando l’Africa per entrare in Europa.